
1917, un film da Oscar, tecnicamente perfetto.
Negli ultimi anni, il film di guerra è un genere cinematografico, che spopola. Solo nel 2019, sono state prodotte pellicole come Midway (Roland Emmerich), La Conseguenza (James Kent), While at War (Alejandro Amenábar), The Kill Time (Dan Krauss), The Battle of Jangsari (Kwak Kyung-taek) e, non ultimi, 1917 (Sam Mendes) e Jojo Rabbit (Taika Waititi), entrambi candidati all’Oscar come Miglior Film.
Il film di Mendes, scritto rifacendosi ai racconti di guerra di Alfred, nonno paterno del regista, si è già aggiudicato, tra gli altri, il Golden Globe come Miglior Film Drammatico. Ora non resta che attendere il responso dell’Academy su questa titanica impresa cinematografica.
Il poster italiano
La trama
Siamo nel cuore della Prima Guerra Mondiale. Truppe inglesi e tedesche si affrontano a Nord, su suolo francese. I caporali inglesi William Schofield (George MacKay) e Tom Blake (Dean-Charles Chapman) ricevono l’incarico dal generale Erinmore (Colin Firth) di consegnare un dispaccio al battaglione Devon, capitanato dal colonnello Mackenzie (Benedict Cumberbatch), in cui si ordina di non attaccare all’alba. I tedeschi, chiamati “crucchi” nel film, si sono apparentemente ritirati dietro la Linea Hindenburg. In realtà, stanno pianificando una trappola destinata a creare una vera e propria carneficina per l’esercito inglese. La sorte di 1600 uomini, tra cui quella di Joseph Blake, fratello di uno dei due caporali, è nelle loro mani. E’ una corsa contro il tempo su territorio nemico.

La recensione
E’ indiscutibile, 1917 è un film da Oscar. E’ tecnicamente perfetto. Mendes, assieme al genio del suo prediletto direttore della fotografia, Roger Deakins, ha calcolato ogni dettaglio. Insieme hanno realizzato l’irrealizzabile creando i presupposti per una tanto rincorsa vittoria agli Oscar per Deakins, già nominato in passato nella categoria di Miglior Cinematografia quindici volte, ma mai dichiarato vincitore.

Ci sono voluti ben sei lunghi mesi di prove, affinché crew ed cast imparassero perfettamente i “passi” di una “coreografia” studiata minuziosamente e realizzata da video operatori indomiti e più che esperti. L’obiettivo di questa “danza” silenziosa, “ballata” attorno ai personaggi, è quello di creare un percepito unico piano sequenza.
La resa efficace del continuum temporale (letteralmente in tempo reale) tramite il girato di sequenze diverse, ove gli stacchi sono magistralmente celati, è carica di pathos. Alla lunga, però, questa scelta cinematografica finisce per diventare noiosa, specie alla fine, quando trovare il colonnello Mackenzie in trincea è più difficile che non affrontare le cannonate nemiche senza copertura in uno sconfinato prato verde pronto a colmarsi di cadaveri. Lo spettatore ha bisogno di tirare un respiro di sollievo, ma Mendes nega questo diritto a tutti.

Ottima la performance dei due giovani attori inglesi George MacKay e Dean-Charles Chapman. Per il suo film, Mendes ha voluto due artisti praticamente sconosciuti. La scelta oculata è stata ripagata. Partiti in due, dei due caporali ne arriva uno solo a destinazione, ma la recitazione di entrambi gli attori, seppur diversa per screen time, è consistente, intensa e genuina. Sono all’inizio della loro carriera sul mercato americano, ma promettono bene. La scelta di non optare per due attori già affermati ha risposto all’esigenza del film di focalizzare sull’azione e sullo scorrere del tempo, più che non su chi compie l’azione.
Fa da contraltare la scelta di camei eccellenti come quelli di Colin Firth, Benedict Cumberbatch e Richard Madden nei ruoli di comando della fanteria, che sono ruoli necessari, ma la cui performance è trascurabile da un punto di vista critico.

1917 è un film al maschile. Vi è solo una parentesi in cui, alla ricerca di un rifugio, Schofield incontra, Laurie, una ragazza francese (Claire Duburcq), che, nascosta in un sotterraneo, si prende cura di una neonata orfana (Ivy-l Macnamara). La sequenza sembra superflua, ma non stona nel fluire degli eventi, anzi, è funzionale perché conferma l’umanità di Schofield, che anche dopo aver assistito ad atrocità indicibili, si intenerisce senza esitazioni davanti ad una bimba in fasce, che ha bisogno di essere nutrita con del latte. Schofield ne ha un po’ nella sua borraccia. Lo condivide prima di fuggire per raggiungere il fiume e quindi il bosco alla ricerca del Devon.

Ogni scena è filmata in luoghi diversi, che non si ripetono mai, perché i personaggi sono in continuo movimento. Non c’è tempo per riposare o pensare. Bisogna agire. Il film ha potuto contare sul lavoro di più di quattrocento scenografi per realizzare il set, dove ogni sasso, pietra, pozzanghera od acquitrino è al posto giusto. Carcasse di vacche denutrite abbandonate sul ciglio della strada, lunghe trincee architettonicamente simili ad opere d’arte, chilometri di filo spinato arrugginito, cadaveri putrefatti ovunque, ratti enormi, centinaia di bossoli abbandonati sul terreno di battaglia e carri armati distrutti, pur di non farli cadere in mani nemiche, completano una scenografia da manuale.

L’unica sequenza, che stona rispetto al resto del film, è quella della città distrutta. L’immagine è quella dell’inferno in terra, ove qualsiasi movimento, rumore o figura rappresenta il nemico. La silhouette in lontananza di un soldato che avanza su uno sfondo di fiamme infernali è chiaro presagio di morte. Ombre altissime e minacciose rincorrono Schofield tra i ruderi delle case. Il fischio delle pallottole si accavalla allo scoppio delle bombe e culmina nel crescendo della solenne colonna sonora, che scandisce le falcate del caporale in fuga.

In questo conflitto, “Vince chi sopravvive!”, sentenzia il colonnello Mackenzie ad uno Schofield distrutto ed atterrito, ma giunto appena in tempo per fermare il massacro. Riesce anche a ritrovare Joseph, il fratello di Tom. Ora può finalmente fermarsi a pensare. Non gli è richiesto di agire. Si siede sotto un albero, troppo alto per produrre ombra. Apre una piccola scatola, che ha custodito nel taschino della giacca per tutto il viaggio. La scatoletta di latta contiene una foto di sua moglie e delle sue due bambine. Le guarda con sollievo. E’ sopravvissuto e ha vinto, per ora.
Il trailer italiano
La scheda del film
Titolo: 1917
Regista: Sam Mendes
Genere: drammatico, guerra, azione
Sceneggiatori: Sam Mendes e Krysty Wilson-Cairns
Cast: George MacKay, Dean-Charles Chapman, Mark Strong, Andrew Scott, Richard Madden, Colin Firth, Benedict Cumberbatch, Ivy-l Macnamara e Claire Duburcq
Produttore: Pippa Harris, Callum McDougall, Sam Mendes e Jayne-Ann Tenggren
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Lee Smith
Effetti speciali: Greg Butler, Pier Lefebvre, Dominic Tuohy e Guillaume Rocheron
Musiche: Thomas Newman
Scenografia: Dennis Gassner
Costumi: David Crossman e Jacqueline Durran
Trucco: Marzenna Fus-Mickiewicz, Sara Kramer e Daniel McGraw
Casa di produzione: Amblin Partners, DreamWorks Pictures, Neal Street Productions e New Republic Pictures
Distributore (film in italiano): 01 Distribution
Paese: Stati Uniti e Regno Unito
Anno: 2019
Durata: 119 minuti
Data di uscita: Il film è proiettato in anteprima il 4 dicembre 2019 ad un evento di beneficenza a cui prende parte la famiglia reale inglese. Il film esce poi in edizione limitata nelle sale americane il 25 dicembre 2019, mentre in quelle inglesi il 10 gennaio 2020. In Italia, esce il 23 gennaio 2020.
You must log in to post a comment.